Cento o novantacinque?
Oggi il Canale di Panama compie cento anni. Oddio, così dicono i panamensi. In realtà i lavori furono ultimati il 3 agosto dal genio militare statunitense, mentre l’inaugurazione avvenne cinque anni dopo, nel 1920, a causa della Prima Guerra Mondiale. C’era poco da festeggiare, diciamo.
Dove, come e perché
Quello di Panama è un canale artificiale che attraversa l’omonimo istmo, il punto più stretto del Centro America, un lembo di terra di circa 80 km che unisce Nord e Sud America e divide l’Oceano Atlantico da quello Pacifico. Esattamente come per il canale di Suez qualche decennio prima, fu costruito per evitare alle navi la circumnavigazione di un intero continente. Nel caso di Suez, l’Africa, nel caso di Panama, il Sudamerica.
Il secondo più lungo
Il Canale di Panama misura 81,1 km ed è il secondo più lungo al mondo. Il primo ovviamente è il Canale di Suez con i suoi 164 km di lunghezza. Il Canale di Panama è anche relativamente poco trafficato: ogni anno vi transitano circa 14.000 imbarcazioni – perlopiù chiatte mercantili diretti in Cina dagli Stati Uniti o viceversa – per un totale di circa 198 milioni di tonnellate di cargo. Dal Canale di Suez, annualmente, transitano circa 100mila imbarcazioni ed è importante soprattutto per il transito di petrolio e gas naturale.
Come funziona?
Il Canale di Panama è regolato da un sistema di chiuse e camere d’acqua che permettono alle navi di salire fino a circa 100 metri sul livello del mare. Curiosità: è diffusa una leggenda metropolitana secondo cui lo sbocco nell’oceano Pacifico si trova a 27 sul livello del mare e, quindi, che i due oceani non abbiano altezze diverse. Una circostanza chiaramente impossibile. La spiegazione la trovate qui.
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Panama, Usa
Al tempo della costruzione del canale, Panama faceva parte della Grande Colombia. Fu coi colombiani, quindi, che gli Usa si accordarono per costruire e gestire il canale. Nel 1903, tuttavia, il governo colombiano cambiò idea e decise di non ratificare il trattato. Gli americani ci misero poco a fargli cambiare di nuovo idea. Gli bastò organizzare una sommossa di piazza e minacciare un intervento militare. In seguito a quell’incidente diplomatico, Panama divenne uno stato indipendente “protetto” dagli Usa, che quattro anni dopo poterono cominciare a costruire il canale. Non finisce qui, tuttavia: il trattato tra Usa e Panama fu il pretesto per altre rivolte, la più famosa delle quali è quella del giorno dei martiri. Ci si mise anche un golpe, quello del Generale Torrijos, che morì in un (apparente) incidente aereo e fu sostituito da un altro Generale, il celeberrimo Manuel Antonio «Faccia d’ananas» Noriega, il quale – accusato di traffico di droga – si dovette rifugiare in una Nunziatura Apostolica per sfuggire all’esercito americano. Oggi Noriega è in prigione, Panama è una democrazia e gli Usa le hanno pure restituito il Canale, riservandosi tuttavia il diritto-dovere di presidiarlo militarmente.
Da otto a dodici ore
Percorrere per intero gli 81 km del canale di Panama non è esattamente come fare una gita fuori porta. Il sistema di chiuse e riempimento della vasche è molto complesso e richiede tempo. Quindi, se mai vi venisse in mente di farvi una gita sul canale di Panama, sappiate che ci vogliono dalle 8 alle 12 ore. Qui un bel video in time lapse che riduce il tutto a dieci minuti circa.
Capitano, mio capitano
Lungo il Canale di Panama cambiano tante cose. Una su tutte: cambia il capitano della nave. Il pilota del canale viene destinato alla nave dalle autorità locali e assume il pieno comando della navigazione. Il comandante, seppur temporaneamente privo di timone, rimane comunque responsabile dei servizi e della funzionalità della nave , ma non può interferire nelle operazioni di pilotaggio.
Da Ovest a Est
Questa è carina: chi percorre il canale da est verso ovest, entrando dall’Oceano Atlantico, quando sbuca nell’Oceano Pacifico si ritrova più a est di quando è entrato. Questo perché l’istmo di Panama, nel suo punto più stretto, e che è interessato dal canale, si ripiega su se stesso, e il suo andamento è da sud-ovest verso nord-est, anziché da nord-ovest verso sud-est. Ecco la mappa, per chi ha ancora le idee confuse:
L’ampliamento
Per festeggiare i cent’anni dalla realizzazione del Canale – e per investire al meglio i ricavi dei pedaggi che, come immaginerete, fanno da soli buona parte del Pil nazionale – i panamensi si sono regalati l’ampliamento dello stesso. Con un referendum che si è tenuto nel 2006 hanno infatti detto sì a un progetto che raddoppierà l’afflusso nel canale della navi. Le Post-Panamax – questo il nome delle nuove navi – saranno lunghe quasi 400 metri e capaci di trasportare 13.000 container, il triplo di quelle attuali. I lavori sono cominciati nel 2007 e dovrebbero concludersi proprio quest’anno. Dovrebbero, perché in realtà le ultime nuove parlano di uno slittamento dell’inaugurazione al 2016. Qui un video che spiega cosa cambierà.
Made in Italy
Chiudiamo con un po’ di orgoglio patrio. Le nuove paratoie giganti che saranno utilizzate per l’ampliamento del canale di Panama sono state realizzate in Italia da un consorzio italo-spagnolo che si chiama Gupc, all’interno del quale c’è il gruppo Salini-Impregilo. Le paratoie sono lunghe 57,60 metri, larghe 11, alte 30 metri e pesanti 3mila tonnellate ciascuna e fanno parte del progetto ‘Terzo set di chiuse’ che permetterà dall’inizio del 2016 il transito tra l’Oceano Pacifico e l’Oceano Atlantico delle navi Post-Panamax, lunghe quasi 400 metri e capaci di trasportare 13.000 container, il triplo di quelle attuali.
Fonte:
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