Zambo (Cafuzo in Brasile, Lobo in Messico, Garifuna in Honduras, Belize, e Guatemala) è un termine derivato dalle parlate iberiche, originariamente usato per etichettare persone di discendenza africana e amerindia. È rimasto nell’uso comune in America Latina, in termini più generici e spesso spregiativi, anche per designare chiunque abbia un’origine africana.
Nel sistema di caste in vigore nel periodo coloniale in America Latina, il termine veniva originariamente applicato soltanto per i figli di un genitore africano e un amerindio o per i figli di due genitori zambo; oltre alla tipologia primaria di interazione tra le genti europee e indios, venne stabilita una stratificazione gerarchica sociale derivante dal grado di mescolanza delle due etnìe, con una miriade di altri termini incasellati in apposite liste con illustrazioni che descrivevano e standardizzavano a partire dal XVI secolo nelle Caste Coloniali del Nuovo Mondo la posizione sociale e la razza di appartenenza, come ad esempio Cambujo, il figlio di un genitore amerindio e di uno zambo (ovvero un quarto africano e tre quarti indio).
Col tempo il termine zambo ha progressivamente assunto un significato meno ristretto andando ad riassumere in sé tutte le tipologie di mescolanza tra africani e amerindi.
Origini
Dopo la continua e massiccia deportazione e presenza di schiavi africani nelle americhe dal XVI secolo, sempre più spesso alcune comunità africane che venivano affrancate o abbandonate o perché riuscivano a conquistare la libertà, fuggendo dai campi di lavoro o naufragando dalle navi di deportazione, si videro spinte a cercare rifugio dalla ricattura delle autorità europee coloniali, presso comunità di indios autoctoni in remote comunità indigene di cultura precolombiana; gli amerindi, spesso essi stessi minacciati dalla colonizzazione degli europei, simpatizzando per la condizione degli schiavi scappati, li accolsero nelle loro comunità offrendo loro cibo e ricovero; la mancanza o la scarsa disponibilità di africani fuggiaschi di sesso femminile nelle colonie europee del nuovo mondo, spinse i primi schiavi liberati, tutti prevalentemente di sesso maschile, ad accoppiarsi con donne di popolazioni amerindie, cultura precolombiana, e fattezze morfologiche diverse dalla tipologia antropologica africana, generando una discendenza tra africani ed indios, senza dignità di comando presso l’élite dominante europea.
Storia
Negli Stati Uniti durante lo schiavismo, anche nella storia dell’America Latina troviamo esempi di africani e amerindi che si unirono e formarono accampamenti liberi per combattere gli europei colonizzatori e schiavisti. In America Latina, questi accampamenti, principalmente di fuggitivi africani (cimarroni), furono chiamati quilombos. Il più famoso di questi fu il leggendario Palmares in Brasile, che riuscì a raggiungere una popolazione superiore alle 30,000 unità.
Anche le origini africane dei Garifuna in America Centrale, così come nel caso degli zambo nel Nord-ovest dell’America Meridionale, vengono fatte risalire a schiavi fuggitivi sopravvissuti ad un naufragio. I primi Lobo (letteralmente “lupi”) del Messico, invece, così molti altri zambo, devono la loro origine principalmente a chi fuggiva dalle piantagioni dove era costretto a lavorare. Alcuni messicani, comunque, parlano di una discendenza da una presunta presenza africana precolombiana in Messico.
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