Il Panama o cappello panama, anche conosciuto come jipijapa, è un tipo di cappello, intrecciato a mano con fibre di una palma nana, la Carludovica palmata.
Prodotto principalmente nella provincia di Manabí in Ecuador (nelle città di Montecristi e Jipijapa) e nello stato messicano di Campeche (nella cittadina di Bécal), è commercializzato soprattutto nella città di Cuenca in Ecuador. Questo copricapo porta il nome della città di Panamá solamente perché quest’ultima è stata per secoli il suo principale scalo commerciale. Inoltre, a legare indissolubilmente in campo internazionale questo cappello al nome di Panamá, vi fu un curioso evento mediatico che coinvolse il presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt, il quale lo indossò durante l’inaugurazione del Canale di Panama nel 1906.
Le foto dell’evento fecero il giro del mondo, aumentando notevolmente la notorietà del cappello.
♦ Il cappello tradizionale panamense è invece il sombrero pintado, portato orgogliosamente con la falda frontale verso l’alto da quasi tutti i panamensi delle province interne. È fatto in modo artigianale alla Pintada, una piccola frazione a circa 20 minuti da Penonomé, capoluogo della provincia di Coclé, ed anche nella provincia di Veraguas.
Il vero cappello di panama: made in Ecuador?
DALL’ECUADOR
Il cliente era stato gabbato? Poteva sembrare di sì. Beh, il signore aveva pagato 300 dollari per un vero cappello di panama. Ma il negoziante lo aveva tirato fuori da una scatola chiaramente contrassegnata “Made in Ecuador”! Un imbroglio? Tutt’altro. In realtà il vero panama è prodotto nell’Ecuador. Ma come è venuta in uso questa designazione impropria? E perché mai questo cappello varrebbe centinaia di dollari?
Verso la metà dell’Ottocento i cercatori d’oro invasero la California passando per l’Istmo di Panamá. Lì acquistarono cappelli importati dall’Ecuador. Col tempo a quei cappelli fu dato il nome del luogo in cui erano stati comprati anziché di quello di origine. Comunque sia, il panama acquistò grande popolarità. Per esempio, nel 1849 l’Ecuador ne esportò oltre 220.000! Poi, nel 1855, un francese residente in Panamá presentò i cappelli all’esposizione universale di Parigi. Ai francesi, che di moda se ne intendono, piacque moltissimo il materiale delicato con cui erano fatti; alcuni lo definirono addirittura “tessuto di paglia”. Ben presto divenne quasi impensabile portare qualsiasi altro tipo di cappello!
La fama del cappello di panama andò alle stelle all’inizio del XX secolo, quando la stampa mondiale pubblicò una foto del presidente americano Theodore Roosevelt che sfoggiava un raffinato fino. L’elegante cappello divenne molto richiesto. Ditte importanti di ogni parte del mondo cominciarono a diffonderlo. In Turchia leggi innovatrici bandirono nel 1925 il tradizionale fez e imposero l’uso dei cappelli di panama. Nel 1944 questo cappello era diventato il principale prodotto di esportazione dell’Ecuador.
Nella seconda metà del XX secolo i cappelli passarono un po’ di moda. Al contrario, i panama ecuadoriani finemente intrecciati non hanno perso il loro fascino. Anzi, esperti cappellai di tutto il mondo fanno a gara per produrre i modelli migliori. Per la sua eleganza il cappello di panama ha incantato uomini famosi di ieri e di oggi. Ha adornato il capo di Winston Churchill, Nikita Krusciov, Humphrey Bogart e Michael Jordan, per menzionarne solo alcuni.
Naturalmente ci sono imitazioni del vero panama prodotte in serie. Solo che molte di queste si rompono e altre non respirano. Il vero panama invece è leggero e fresco, e dura una vita. Ciascuno è intrecciato a mano, quindi è un pezzo unico. I prezzi variano da pochi dollari per i più comuni a oltre 1.000 dollari per la varietà più pregiata, i superfinos di Montecristi. La qualità è data dalla raffinatezza e dalla regolarità dell’intreccio oltre che dalla compattezza del colore. Ma ricordate sempre questo: Il vero panama è fatto solo in Ecuador.
Lavorazione del panama
Come viene prodotto un cappello di panama? La fibra flessibile eppure resistente, detta localmente toquilla, si ottiene dalle foglie della Carludovica palmata. Nelle pianure costiere dell’Ecuador esistono le condizioni ideali per la crescita e la riproduzione di questa pianta. Gli artigiani ecuadoriani che fabbricano cappelli sono considerati tra i migliori trecciaioli del mondo, e com’è scrupoloso il loro lavoro! Possono volerci sei mesi o più per confezionarne uno della migliore qualità, il superfino di Montecristi. Ciascuna strisciolina di paglia del cappello è piuttosto corta, eppure in un vero panama è difficile dire dove termina una e ne inizia un’altra. Inoltre le fibre sono così bene intrecciate che non ci passa neanche l’acqua!
La cittadina di Montecristi è rinomata per i suoi pregiati cappelli confezionati a mano. In questa località i maestri eseguono il lavoro la mattina presto o nel tardo pomeriggio, in modo che il caldo clima equatoriale non incida sulla flessibilità della fibra. Partono dal cocuzzolo lavorando meticolosamente in cerchio le fibre finemente intrecciate finché raggiungono il diametro desiderato. Quindi il cocuzzolo viene posto su un cilindro di legno in modo che l’artigiano possa lavorare abilmente scendendo a spirale lungo i lati. Dopo molte settimane il lavoro procede ad angolo retto per formare la tesa. Una volta terminato, il prodotto viene lisciato, lavato e imbianchito, e quindi sottoposto a varie operazioni di rifinitura: così si ottiene il famoso cappello di panama.
Le fibre ricavate da foglie giovani mondate vengono bollite e fatte asciugare prima della lavorazione.
Winston Churchill è uno dei molti uomini famosi che portavano il cappello di panama.
Da: Biblioteca Online – Watchtower
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