PANAMA
Panamá è uno Stato dell’America centrale, situato nella parte più stretta della regione istmica.
Confina a nord con il Mar delle Antille, a est con la Colombia, a sud con l’Oceano Pacifico, a ovest e nordovest con la Costa Rica.
Panamá è una repubblica presidenziale, l’attuale capo di Stato e del governo è Juan Carlos Varella.
La lingua ufficiale è lo spagnolo, nelle province di Bocas del Toro e di Colón si parla anche il wari wari, un miscuglio d’inglese e spagnolo tipico dei paesi Caraibici. Nelle comarche indigene di Emberá-Wounaan, Kuna Yala e Ngöbe-Buglé si parlano le lingue indigene.
Storia
Le coste del Panamá furono esplorate per la prima volta da Cristoforo Colombo nel 1502 quando, nel corso del suo quarto viaggio, il navigatore si trovava alla ricerca di un passaggio che mettesse in comunicazione l’Oceano Atlantico con l’Oceano Pacifico (che lui riteneva essere l’Oceano Indiano). Colombo ebbe netta la sensazione di trovarsi vicino ad un istmo anche perché gli indigeni confermavano che al di là, oltre le montagne, c’era mare. Tuttavia, fu solo undici anni dopo che Vasco Nuñez de Balboa riuscì ad attraversare a piedi l’istmo, avvistando l’Oceano Pacifico (un monumento in ricordo dello scopritore si trova a Panamá su Avenida Balboa). Successivamente, la regione divenne una colonia dell’Impero spagnolo.
Nel 1821, sotto la direzione dell’allora colonnello José Fábrega, Panamà dichiarò la propria indipendenza dalla Spagna e si unì alla Repubblica di Colombia (la Grande Colombia di Simón Bolívar). Quando questa si dissolse nel 1830, Panamá rimase parte dello Stato della Colombia.
Intanto tra il 1850 ed il 1855 era stata costruita la prima ferrovia transcontinentale americana, la Panama Railway.
La Repubblica di Panamá nasce da un contenzioso economico scaturito tra gli Stati Uniti e la Colombia, nazione che possedeva i territori panamensi prima del 1903. In seguito al desiderio del presidente statunitense Roosevelt di aprire un canale che collegasse l’Atlantico al Pacifico, e in seguito al rifiuto da parte della Colombia di concedere la gestione dell’istmo ad un consorzio nordamericano, gli Stati Uniti inviarono nel territorio panamense la nave da guerra Nashville, che conquistò facilmente il territorio. Il 3 novembre 1903, la Repubblica di Panamá dichiarò la propria indipendenza dalla Colombia. Il Presidente del Consiglio Municipale Demetrio H. Brid, la più alta autorità all’epoca, divenne Presidente de facto e nominò il 4 novembre un governo provvisorio a dirigere gli affari della nuova repubblica. Gli Stati Uniti, primo stato a riconoscere la nuova repubblica, inviarono l’esercito a difenderne gli interessi economici legati al canale. L’Assemblea Costituente del 1904 elesse Manuel Amador Guerrero, importante membro del partito dei Conservatori, primo presidente costituzionale della Repubblica di Panamá.
Nel dicembre del 1903, rappresentanti della repubblica firmarono il Trattato Hay-Bunau Varilla con gli Stati Uniti, che garantì il diritto a questi ultimi di costruire ed amministrare indefinitamente il Canale di Panamá, che sarebbe stato aperto nel 1914. Il trattato generò un contenzioso diplomatico tra i due paesi, che raggiunse il punto critico nelle rivolte del Giorno dei Martiri (9 gennaio 1964). Nel 1977 la firma dei trattati Torrijos-Carter pose fine al contenzioso.
L’intento originale dei padri fondatori era di portare pace ed armonia tra i due maggiori partiti, i Conservatori e i Liberali. Il governo panamense attraversò comunque periodi di instabilità e corruzione e, in vari momenti della sua storia, il mandato di un presidente eletto terminò prematuramente. Nel 1968 un golpe rovesciò il governo del recentemente eletto Arnulfo Arias Madrid. Il generale Omar Torrijos riuscì ad assumere un forte ruolo di potere all’interno della giunta militare a capo del Paese e, in seguito, ad imporsi in modo autocratico fino al giorno della sua morte, avvenuta apparentemente in un incidente aereo nel 1981.
Dopo la morte di Torrijos, il potere passò nelle mani del generale Manuel Noriega, precedentemente a capo della polizia segreta panamense ed ex-informatore della CIA. Gli Stati Uniti rivolsero a Noriega l’accusa di traffico di droga internazionale e il 20 dicembre 1989 ventisettemila soldati statunitensi invasero Panamá, con l’intenzione di rimuovere Noriega. Poche ore dopo l’avvio dell’operazione Just Cause, in una cerimonia che ebbe luogo all’interno della base militare statunitense nella precedente Zona del Canale di Panama, Guillermo Endara (vincitore nelle elezioni del maggio 1989) prestò giuramento come nuovo presidente di Panamá.
Dieci anni dopo l’invasione, l’amministrazione del Canale tornò sotto il controllo panamense, in accordo con la tempistica stabilita nei Trattati Torrijos-Carter. Dopo l’invasione, Noriega trovò asilo presso la missione diplomatica della Santa Sede, rappresentata a Panamá da mons. José S. Laboa. Noriega si arrese ai militari statunitensi dopo che erano state diffuse voci che la folla era pronta ad assaltare la nunziatura apostolica ed a linciarlo. Condotto in Florida, ne fu richiesta formalmente l’estradizione e fu processato. Pochi giorni prima della scarcerazione, alla fine di agosto 2007, il giudice statunitense William Turnoff ha concesso il via libera all’estradizione in Francia dell’ex dittatore, che deve scontare una ulteriore condanna del tribunale francese, respingendo così la richiesta degli avvocati di Noriega di permettergli il ritorno a Panama.
In ottemperanza ai Trattati Torrijos-Carter, gli Stati Uniti hanno restituito tutto il territorio del Canale a Panamá il 31 dicembre 1999, ma si sono riservati il diritto di intervenire militarmente nell’interesse della sicurezza nazionale.
La popolazione di Panamá ha approvato l’ampliamento del Canale, in modo da incrementare il numero di navi in transito.
La politica a Panamá si muove sulla struttura di una repubblica democratica, presidenziale. Il Presidente della Repubblica è sia capo di Stato, sia capo del governo. Il sistema politico è multipartitico. Il potere esecutivo è esercitato dal Governo. Il potere legislativo è assegnato sia al Governo, sia all’Assemblea Nazionale. La magistratura è indipendente sia dal potere esecutivo, sia da quello legislativo.